LA RELAZIONE MORALE DI CORRADO CAVAZZINI

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Di seguito, la relazione morale letta da Corrado Cavazzini durante l'Assemblea del 13 febbraio scorso.

Amici carissimi,
posso dirvi che sono molto emozionato nel leggere queste righe, nel darvi il mio più sincero saluto. Nella mia relazione morale, come da tradizione, avrei dovuto parlare dell’ultimo anno trascorso, degli eventi fatti, di quello che siamo riusciti a creare, di come la sezione è cresciuta: invece, cari Amici, sapete benissimo come sono stati dolorosi e difficili questi ultimi dodici mesi.
Ci siamo salutati al Sant’Ilario per lo Sport, nella classica cornice della Corale Verdi, per darci appuntamento alla consegna dei premi Atleta del Mese e dell’Anno dello Sport parmense, che realizziamo sempre in coppia agli amici del Panathlon ma così non è stato. Come ben sapete e ben sappiamo, è scoppiata una pandemia che ha scosso inevitabilmente il mondo: niente è come prima. E, spero di sbagliarmi, ma nulla sarà completamente come prima: prima avevamo una libertà che ora sogniamo, avevamo uno stile di vita frenetico ma pieno di compagnia, eravamo tutti pieni di impegni e magari ci lamentavamo pure di quelli; ora, probabilmente, siamo più vicini, emotivamente, ma più distanti fisicamente e certe cose non ce le possiamo più permettere. Niente baci ed abbracci, niente manifestazioni o concerti, niente pubblico e gare con gli spettatori sugli spalti: è un mondo, almeno per il momento diverso, e questi mesi mi hanno portato a pensare. Tanto.
E’ stato un anno lungo, difficile, che ci ha portato via diversi amici e che ci ha fatto riflettere parecchio ed effettivamente parlare di quello che è successo è complicato perché paradossalmente siamo stati quasi fermi ma la nostra mente ha continuato a viaggiare, a ricordare e a sperare. Siamo ancora in piena lotta e questi pensieri sono più vivi che mai, le attenzioni non devono e non dovranno mancare ed è per questo che siamo qui, “distanti ma uniti”, come recita il nostro libro, curato da Renato Amoretti, Paolo Gandolfi ed Alessandro Freschi, di cui vi abbiamo omaggiato per le Feste. Siamo online, termine a me non molto simpatico perché ero abituato al contatto e alle strette di mano con tutti voi, ma questo serve per tutelarci tutti ancora una volta e per dare un messaggio a tutti noi: non dobbiamo smettere di sottovalutare questo terribile virus, che potrebbe ancora insidiarsi nelle nostre vite.
Come avrete letto, questa è la mia ultima relazione morale da Presidente dei Veterani dello Sport di Parma e, scherzo del destino, dovrei parlare di un anno, appunto, “vuoto”, senza impegni ma, dato che questo l’ho già in parte fatto, lasciatemi fare una considerazione su tutti questi anni trascorsi insieme a voi. Sarò breve, lo prometto, stavolta lo sarò veramente perché, come capite dalla mia espressione e dal mio tono di voce, sono molto emozionato.
Lo sapevo che prima o poi, come tutte le più belle le cose, anche questa avventura avrebbe avuto una fine ma, ora che ci siamo, ammetto che sono molto dispiaciuto: in primis, perché sono stati anni bellissimi, in cui ho avuto la possibilità di conoscere meglio molti di voi, di realizzare tanti progetti e assistere alla nascita di idee ed eventi che non avrei mai immaginato; e poi, perché, vi posso salutare “solamente” tramite computer e questo mi dispiace. Un abbraccio, come dicevamo prima, una stretta di mano, un saluto “vero” sarebbe stata tutta un’altra cosa ma dobbiamo accontentarci di questo e il vostro affetto, dimostratomi in tutti questi anni, lo terrò sempre nel cuore.
L’ho sempre detto, anno dopo anno, che i Veterani dello Sport sono una “famiglia” e non una semplice “associazione” e anche questo anno orribile l’ha dimostrato: la volontà di proteggerci a distanza, di continuare a sentirci, di provare a trovare soluzioni e cercare idee nuove, la realizzazione del volume come ricordo di questi ultimi anni passati insieme… insomma, fa sì che ci sentiamo meno soli.
Siamo sempre stati e saremo sempre una famiglia e questo non mi mancherà perché io continuerò a fare parte di questa splendida famiglia, non da capofamiglia ma da componente della stessa e, come ripetiamo sempre, un Veterano è e resta un Veterano.
Sono arrivato nel 2009, dopo che Luciano Campanini mi ha passato il testimone, e di cose ne sono passate, a ripercorrerle tutte non basterebbe una giornata ma io le conservo tutte nel mio cuore: conservo le riunioni, gli impegni e anche le discussioni così come terrò per me gli incontri speciali, le persone conosciute durante le varie manifestazioni e le tante, tantissime, amicizie nate.
Però, una cosa ve la voglio dire: prima di lasciare la presidenza ad un grande amico, a cui auguro ogni bene ed ogni successo possibile, volevo ringraziare tutte le persone che sono state al mio fianco in questi anni. Si sono succeduti diversi consigli e quindi non vorrei tralasciare nessuno, partendo come sempre dai miei vicepresidenti Renato Amoretti, Paolo Gandolfi e Corrado Marvasi, il presidente nazionale Alberto Scotti, per passare appunto dall’attuale consiglio al precedente, senza dimenticare i revisori dei conti, la segreteria con Stefania Milani e l’ufficio stampa con Lucia Bandini e tutti quelli che, a vario titolo, da amici e volontari come noi si sono messi a disposizione per il bene della sezione. Non lo dimenticherò mai e non vi dimenticherò mai, così come non scorderò mai, in cuore mio, tutti gli amici che purtroppo ci hanno lasciato e che con i quali ho e abbiamo trascorso un pezzo di vita di sezione insieme. Non faccio nomi, anche qui, perché altrimenti l’emozione salirebbe ancora di più…
Non smetterò mai poi di ringraziare anche chi mi ha fatto sognare, come un bambino, con il premio Sport Civiltà, Vittorio Adorni, Massimo De Luca e Marco Caronna: loro li ho menzionati, non per fare torto agli altri, ma perché so quanto cuore e volontà hanno messo nel portare all’apice una manifestazione che è diventata tra le migliori in Italia. E se sono riusciti a farmi e farci sognare tutti gli anni, un bell’applauso virtuale lo meritano…
Non smetterò mai di ringraziare voi Soci per l’affetto, la vicinanza, i consigli: in questi anni, vi ho sempre sentito presenti e, se sono riuscito ad andare avanti spedito in questa bella avventura, è soprattutto merito vostro, oltre che delle persone già citate.
Infine, non smetterò mai di ringraziare e ricordare con tanto affetto Luciano Campanini: quando mi aveva cercato per proseguire l’avventura iniziata nel 1966 da Ercole Negri e proseguita da lui, avevo più di un dubbio ma devo ammettere che, con la sua tenacia e il suo spirito di convincimento, mi ha fatto un regalo bellissimo. Lo stesso che ora spero di poter dare al mio successore e che, forse, comprenderà meglio tra qualche anno, come ho fatto io.
Non ho ringraziato la mia “vera” famiglia ma lo faccio ora: mia moglie è stata fondamentale in tutti questi anni, ha portato una pazienza infinita senza dire una parola nonostante tutti impegni che avevo con i Veterani, e adesso mi avrà tutto per sé… sarà contenta? A parte gli scherzi, così stempero un po’ l’emozione, ringrazio mia moglie, mia figlia e mia nipote, oltre alla mia “seconda” famiglia dell’EdilC, per la pazienza che hanno avuto in tutti questi anni, anni in cui spero di averli ricambiati con emozioni e la conoscenza di personaggi che finora avevano e avevamo solo sognato.
Ora non mi voglio dilungare ancora e vi ringrazio ancora una volta. Grazie infinite. Vi vorrò sempre bene e sarete sempre nel mio cuore da Veterano.
In bocca al lupo al nuovo Presidente e buona vita a tutti!

Il Presidente
Corrado Cavazzini